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Campione, ribelle, sognatore, anticonformista, uomo di famiglia e del popolo, lavoratore, divo, attaccante, centrocampista, allenatore. Laszló Kubala è stato tutto questo ma non solo. La sua vita è stata straordinaria, tragica, rocambolesca, molto pubblica ma anche intima e segreta. Ecco perché, Lorenzo De Alexandris ha deciso di dedicare all'uomo, oltre che al calciatore, questa biografia romanzata, scritta con passione e precisione storica al tempo stesso. Laszló Kubala è stato il più forte giocatore di sempre del Barcellona, ma prima di raggiungere i grandi traguardi sportivi, trascorre parte della sua vita in fabbrica a Budapest, poi in fuga dal regime socialista che lo divide dalla sua famiglia, in fine sbarca a Busto Arsizio, dove veste la maglia della Pro Patria, seguiranno poi la squalifica a vita da parte della FIFA e la scampata tragedia di Superga. In tutto questo, il minimo comune denominatore è la lontananza forzata dai suoi grandi amori, i figli e la moglie Ana Viola, sorella di quel Ferdinand Daucik, suo allenatore e, insieme a lui, fondatore della rivoluzionaria "squadra che non c'è", l'Hungaria, nel campo profughi di Cinecittà a Roma.